Festeggiare il Natale, le varie usanze in tutto il mondo

Festeggiare il Natale

È una delle ricorrenze più attese e amate di tutto l’anno, anche se in realtà, i festeggiamenti per Natale cambiano da Paese a Paese, in base alle tradizioni. Non in tutti i casi, infatti, c’è l’usanza di decorare un albero con luci e palline colorate, oppure di dedicarsi alla composizione del presepe. È vero che, ad esempio, in Italia tali abitudini sono ben radicate perché parte delle nostre tradizioni e, ormai, anche il mondo del commercio, compreso quello sul web, propone ogni tipo di soluzione, come si può notare sul sito electrolight.it. Diamo uno sguardo, quindi, a come viene festeggiato il Natale in tanti Paesi che non hanno le nostre stesse tradizioni.

Ci sono delle tradizioni in cui Babbo Natale è cattivo

Sono numerosi i Paesi che si trovano nell’Est Europa, in cui San Nicola è una festa un po’ particolare. Prima di tutto, non ricorre nell’usuale data del 25 dicembre, ma invece si festeggia nei giorni del 5 e 6 dicembre. E non c’è nemmeno il solito faccione rassicurante e benevolo di Babbo Natale, quanto piuttosto il Krampus.

Di cosa si tratta? Stiamo facendo riferimento a un vero e proprio demone cattivo, che dal punto di vista estetico ricorda tantissimo un caprone, il cui obiettivo è quello di dispensare punizioni a destra e a manca ai bambini che non si sono comportati bene. Insomma, è tutto fuorché un personaggio tipico della bontà natalizia, ma lascia dietro di sé un senso di inquietudine. Basti pensare che non solo in Germania, ma anche in Austria, la tradizione vuole che la sostituzione della classica calza appesa al camino con il fatto di lasciare uno stivale fuori dalla porta. E per i bambini monelli non ci saranno dolci, quanto piuttosto un piccolo e misero bastoncino di legno.

Ai Caraibi il Natale diventa pop

Discorso completamente differente in Suriname. Qui, infatti, sbarcano a dicembre non uno, ma ben due babbi Natale. Sì, avete capito bene. Uno con la pelle bianca, denominato San Nicola, un personaggio che è stato ereditato dalle tradizioni portate dalla dominazione degli olandesi. Il secondo babbo Natale ha la pelle nera, e viene chiamato Goedoe Pa. Quest’ultimo si prodiga per distribuire dei regali e delle poesie ai bambini proprio vicino alle scarpe, che però questi ultimi devono aver lucidato la sera prima di Natale in maniera impeccabile.

Tradizione ancora diversa in Martinica, dove la pianta che ricorda di più un abete è il filao. Si tratta di un albero locale, il cui nome scientifico Casuarina equisetifolia, meglio conosciuto anche come pino australiano. Discorso diverso a Portorico, dove c’è una canzone che viene trasmessa in maniera continua durante le festività natalizie: si tratta di “Feliz Navidad”, la tipica canzone di José Feliciano, che viene idolatrato quasi come fosse un eroe in patria.

In Giappone il Natale si festeggia a suon di pollo fritto

Luci di Natale, presepe e quant’altro? In Giappone non c’è nulla di questo, visto che nel Sol Levante nemmeno l’1% della popolazione segue la religione cristiana. Insomma, il fascino di questa festività è solo legato all’ossessione commerciale. Quindi, è facile incontrare dei giapponesi che spendono anche tutto il bonus incassato a fine anno per acquistare i travestimenti da Santa Kurosu.

In ogni caso, quando in Italia si festeggia il Natale, in realtà negli stessi giorni anche in Giappone si fa festa. Infatti, il 23 dicembre ricorre il compleanno dell’Imperatore Akihito ed è una giornata di festa nazionale. Il giorno dopo, 24 dicembre, rappresenta una sorta di San Valentino, denominata anche Sei Naru Yoru, ribattezzata pure “notte santa”. Ed è all’incirca mezzo secolo che in territorio nipponico c’è la tradizione di consumare pollo fritto alla sera della vigilia. 

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